Terroir e DOC: riflessi produttivi e commercial
Abstract
Da dove scaturisce tutto l’interesse attuale per il terroir? Si provi, per dare risposta a questo quesito, ad immaginare il vino avulso dalla sua dimensione territoriale. Cosa si otterrebbe? Un vino bianco, un vino rosso o quant’altro, ma comunque un prodotto privo di connotazione geografica, di premesse storiche, di radici tradizionali, di potere evocativo, di identità e di personalità.
La viticoltura, a differenza di altre produzioni agroalimetari, ha da sempre “denominato” i propri prodotti con il nome della zona d’origine ed oggi, nell’epoca in cui spesso la qualità e il valore degli alimenti vengono riconosciuti solo in riferimento all’area di produzione, il vino continua a godere di questo innegabile vantaggio strategico.
Inoltre il binomio vino-territorio assume rinnovato interesse ai giomi nostri, dove sotto la spinta dell’enoturismo, il territorio ha assunto accanto alla funzione storica di “fattore di produzione”, anche quella moderna di “prodotto” (De Ros & Falcetti, 1996). Il vino, cioè, si vende sia in virtù della qualità intrinseca (che potremo definire tecnica ed organolettica), sia grazie al suo “intorno” rappresentato dalla cantina, dalla zona di produzione, dalle manifestazioni legaate ad esso, etc.
Il presente contributo è volto a chiarire la relazione tra terroir e DOC, sia per quanto riguarda gli aspetti produttivi che la sua componente extraproduttiva (marketing, comunicazione, commerciale, etc.).
DOI:
Issue: Terroir 1998
Type: Article
Authors
Segretario G.E. “Zonage Vitivinicole” 0.I.V. – Paris
Direttore Contadi Gastaldi, Franciacorta – Adro (Brescia)